LO SCIACALLAGGIO DELLA RIA

 

servizio riservato a tutti i colleghi, iscritti e non iscritti

La sentenza n. 4/2024 con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo lʼart. 51, comma 3, legge 23 dicembre 2000, n. 388, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.3 il 17 gennaio ʼ24, ovvero poche ore fa, ed è iniziata lʼoperazione sciacallaggio dei sindacati per accaparrarsi iscritti e fare ricorsi.
Aumenta lʼansia tra chi rientra nella “finestra temporale” e beneficerà del ricalcolo, arrivano mille domande anche da chi non rientra, insomma, dopo 20 anni di attesa (in realtà la stragrande maggioranza neanche sapeva della pendenza del procedimento innanzi alla Corte costituzionale) sembra che non si voglia aspettare qualche giorno, qualche mese, per capire come si comporteranno le Amministrazioni e si corre dietro sindacati che manderanno la diffida “solo per i propri iscritti”. Si tratta di circa 300 mila persone, tra pensionati e ancora in servizio, che potrebbero ottenere un aumento della pensione.

Come fare per richiedere il ricalcolo?

Non è necessario aderire a nessun sindacato o associazione per far valere il proprio diritto. Basta inviare una diffida e messa in mora alla propria amministrazione, chiedendo il ricalcolo della pensione secondo il sistema retributivo e il pagamento delle differenze arretrate. Per facilitare questa operazione, Confintesa FP mette a disposizione di tutti i colleghi, iscritti e non iscritti, in servizio e pensionati, un modello di diffida e messa in mora in word da mandare con pec alla propria Amministrazione con un documento di riconoscimento.

Chiariamo: hanno diritto al ricalcolo tutti i dipendenti dei Ministeri e delle Agenzie fiscali che nel periodo intercorrente tra il 01.01.1991 ed il 31.12.1993 hanno maturato:

     20 anni          se sono stati assunti dal 01.01.1971 al 31.12.1973
     10 anni          se sono stati assunti dal 01.01.1981 al 31.12.1983
      5 anni          se sono stati assunti dal 01.01.1986 al 31.12.1988


Quali sono le prospettive di successo? La sentenza della Corte costituzionale è chiara e vincolante per tutte le amministrazioni interessate, tuttavia, non si esclude che possano esserci ritardi o resistenze nellʼattuare il ricalcolo, soprattutto considerando lʼimpatto economico che comporta per le casse dello Stato. Per questo motivo, se entro 60 giorni dalla diffida non si riceve una risposta soddisfacente, si potrà valutare lʼopportunità di intraprendere unʼazione giudiziaria per ottenere il risarcimento del danno. Confintesa FP seguirà con attenzione lʼevolversi della situazione e darà notizia delle eventuali iniziative legali da intraprendere.
Nel caso abbiate bisogno di un supporto per trasmettere gli atti alle Amministrazioni le nostre segreterie saranno liete di farlo, compilate il modello della diffida e trasmettetelo con copia del documento di riconoscimento a info@confintesafp.it

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